Negli ultimi mesi, i prezzi dell’oro hanno mantenuto una traiettoria rialzista, sostenuti da un mix di incertezze macroeconomiche, afflussi negli ETF e un dollaro USA più debole. Nel febbraio 2025, l’oro ha raggiunto nuovi massimi storici, toccando i 2.936,85 dollari per oncia prima di stabilizzarsi a 2.835 dollari alla fine del mese. Al momento della scrittura, il metallo prezioso ha già superato la soglia dei 3.000 dollari, portando alla domanda chiave: l’oro sta consolidando prima di una nuova spinta rialzista o il rally sta perdendo slancio?
Questo report esamina il comportamento del mercato dell’oro attraverso tre prospettive fondamentali: trend tecnico, fattori macroeconomici e dinamiche stagionali.
Negli ultimi mesi, l’oro ha mostrato un forte slancio rialzista, registrando nuovi massimi storici in diverse valute.
Il breakout sopra i 3.000 dollari per oncia rappresenta una pietra miliare storica, proiettando l’oro in un territorio inesplorato oltre i massimi di sempre. Da un punto di vista puramente tecnico, l’assenza di livelli di resistenza superiori suggerisce che non ci siano ostacoli immediati a un’ulteriore espansione del trend rialzista.
Nel breve termine, l’area di valore equo delle recenti sessioni si colloca tra i 3.010 e i 2.974 dollari, con un nodo ad alto volume (HVN) a 2.990 dollari, che potrebbe fungere da primo supporto. Al di sotto di questo livello, il successivo supporto chiave si trova intorno ai 2.975 dollari. Una rottura di questi livelli potrebbe spingere il mercato a riequilibrare una zona a basso volume identificata nel profilo composito settimanale, estendendosi fino a 2.960 dollari.
Ulteriori ribassi potrebbero portare il mercato in una più ampia zona di valore equo tra i 2.960 e i 2.940 dollari, con il supporto principale rappresentato da un nodo a basso volume (LVN) a 2.939 dollari. Una rottura di questa soglia potrebbe condurre a un test del punto di controllo (POC) settimanale, attualmente posizionato intorno ai 2.924 dollari.
Diversi fattori macroeconomici stanno supportando la forza dell’oro:
Il dollaro USA si è indebolito a causa delle aspettative di tagli ai tassi da parte della Federal Reserve nel 2025. I mercati stanno prezzando almeno tre riduzioni dei tassi entro la fine dell’anno, riducendo così il costo opportunità di detenere oro.
Il declino del cosiddetto “Trump Trade” (dollaro forte e mercati azionari in crescita) ha portato a una riallocazione del capitale verso asset rifugio come l’oro. L’aumento della spesa per la difesa globale e i crescenti deficit, soprattutto in Europa, hanno accresciuto l’attrattiva dell’oro come protezione contro l’instabilità economica e politica.
Nel febbraio 2025, gli ETF sull’oro hanno registrato afflussi netti di 9,4 miliardi di dollari (100 tonnellate), il livello più alto dal marzo 2022. Questo suggerisce che gli investitori istituzionali si stanno posizionando per un periodo prolungato di incertezza macroeconomica.
Nonostante il rallentamento della crescita globale, le aspettative di inflazione restano elevate, rafforzando l’oro come copertura contro l’inflazione. Inoltre, la fiducia dei consumatori negli Stati Uniti si è indebolita, indicando timori di stagflazione, uno scenario storicamente favorevole per l’oro.
Il contesto macroeconomico continua a sostenere l’oro, specialmente in un ambiente caratterizzato da tassi d’interesse più bassi, deficit pubblici in crescita e rischi geopolitici elevati.
Storicamente, l’oro ha mostrato forti tendenze stagionali:
• Performance tra fine marzo e metà maggio: spesso si registra un rinnovato interesse all’acquisto nei primi mesi primaverili, in linea con la storica forza del Q1.
• Acquisti delle Banche Centrali: Il primo trimestre tende a essere un periodo di forte domanda da parte delle banche centrali, fornendo ulteriore supporto.
• Domanda fisica: Con le festività in Cina e India nel Q2, la domanda di oro fisico potrebbe fornire un ulteriore sostegno, anche se stagionalmente il Q2 non è storicamente rialzista per l’oro.
I fattori stagionali suggeriscono che l’oro potrebbe mantenere la sua forza anche nel Q2, specialmente se le incertezze macroeconomiche dovessero persistere.
Mentre l’oro rimane in un forte trend rialzista, gli indicatori tecnici di breve termine suggeriscono una possibile correzione prima di ulteriori guadagni. I fattori macroeconomici, come un dollaro più debole, le aspettative di taglio dei tassi e le tensioni geopolitiche, continuano a offrire un ambiente favorevole. Inoltre, i flussi negli ETF evidenziano una domanda istituzionale robusta.
L’oro rimane un asset privilegiato nel contesto macroeconomico attuale, supportato da fondamentali solidi e tendenze stagionali favorevoli.