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Matteo Marchetti on behalf of Key to Trading
Analisi, Pensieri e Approfondimenti | Aprile 4, 2025

Lo Tsunami Commerciale di Trump: Le Nuove Tariffe Sconvolgono i Mercati Globali e Rimettono in Discussione le Regole del Gioco

In un cambiamento di rotta drammatico e atteso da settimane, il presidente Donald Trump ha riacceso le fiamme della guerra commerciale, questa volta con un’arma ancora più affilata. Il 2 aprile, durante un acceso discorso nel giardino della Casa Bianca, ha annunciato un pacchetto di dazi senza precedenti volto a ridurre i disavanzi commerciali statunitensi e a riaffermare la leadership economica americana nel mondo.

Il provvedimento più discusso? Un dazio generalizzato del 10% su tutte le importazioni — accompagnato da tariffe “reciproche” ancora più alte per i Paesi con cui gli Stati Uniti registrano forti disavanzi commerciali:

  • Cina: 34%
  • Unione Europea: 20%
  • Giappone: 24%
  • Corea del Sud: 25%

Di seguito una tabella dettagliata con tutte le nuove tariffe applicate:

Queste nuove misure stanno agitando i mercati, allarmando gli alleati e avviando una potenziale riconfigurazione globale delle catene del valore.

Come Sono State Calcolate le Tariffe: Benvenuti nella Dottrina del Disavanzo

Altro che reciprocità tariffaria. L’amministrazione Trump ha abbandonato l’idea di pareggiare semplicemente i dazi o di calcolare le barriere non tariffarie (come tasse, sussidi, regolamenti). Al contrario, ha scelto un approccio più semplice e diretto: colpire i Paesi con i maggiori surplus commerciali nei confronti degli Stati Uniti.

Il Metodo: Tariffe Basate sul Disavanzo Commerciale

Secondo una nota dell’Ufficio del Rappresentante del Commercio degli Stati Uniti (USTR), la formula utilizzata è la seguente:

(Surplus commerciale / Esportazioni totali verso gli USA) ÷ 2

Esempio pratico con la Cina:

  • Disavanzo USA nel 2024: 295 miliardi $
  • Esportazioni cinesi verso gli USA: 438 miliardi $
    295 ÷ 438 = 0,673 → Diviso 2 = 34% di tariffa

Lo stesso calcolo è stato applicato a Giappone, Corea del Sud e Unione Europea. I Paesi con un commercio bilanciato o con cui gli USA registrano un avanzo hanno comunque ricevuto il dazio minimo del 10%, che ora rappresenta il biglietto d’ingresso standard al mercato americano.

E le Elasticità?

Una versione più tecnica della formula è stata dichiarata come:

  • xi:​: Esportazioni USA verso il Paese i
  • mi​: Importazioni da quel Paese
  • ε: Elasticità della domanda di importazione
  • φ:: Elasticità di pass-through tariffario

Ma, come riportato da Bloomberg, i valori di elasticità sono stati impostati in modo da annullarsi a vicenda, semplificando il tutto alla formula precedente. In sostanza: se vendi più agli USA di quanto compri, paghi.

“L’obiettivo principale è azzerare i disavanzi commerciali bilaterali”, ha scritto l’USTR.

NB: Questa formula non esiste in nessun libro di macroeconomia, è una pura invenzione dell’amministrazione Trump.

Impatto Globale: Chi è nel Mirino?

Le conseguenze sono globali. I Paesi industrializzati, fortemente integrati con la domanda americana, sono i più esposti.

  • Asia: Cina, Vietnam, Giappone e Corea del Sud colpiti duramente. Le filiere di elettronica e abbigliamento sono a rischio.
  • Europa: Dazio del 20% all’UE. Particolarmente colpita la Germania per l’export automobilistico.
  • Mercati emergenti: India, Thailandia, Indonesia — tariffe superiori al 30%.
  • Alleati tradizionali: Canada, Australia e Messico — penalizzati con il dazio minimo del 10%.

Reazione dei Mercati: Panico e Corsa ai Beni Rifugio

I mercati non si aspettavano un intervento così radicale. Molti analisti avevano previsto un approccio più soft. Il risultato? Un vero shock sistemico.

Azioni:

Futures S&P 500: ↓ 2,8%
Nikkei 225 (Giappone): ↓ 3,7%
Euro Stoxx 50: ↓ 1,7%
Apple: ↓ 7,1%
Nike, Gap, Lululemon: ↓ oltre 7%

Obbligazioni:

Treasury USA 10 anni: ↓ a 4,06%
Obbligazioni giapponesi e australiane: rendimenti in calo

Materie prime:

Metalli industriali (rame, alluminio, zinco): in calo
Oro: ↑ a 3.149,74 $/oz — nuovo record storico
Petrolio WTI: ↓ 2,2% a 70,11 $/barile

“Gli investitori cercano sicurezza: il dollaro cala, l’oro e lo yen volano.” — Bloomberg Markets Live

Vedendo le reazioni dei mercati, quello che colpisce è certamente la reazione dell’obbligazionario, che non era attesa, visto che con questi dazi che potrebbero portare inflazione la FED potrebbe avere difficoltà a ridurre i tassi. Questo porta a pensare che gli investitori stanno pensando più allo scenario recessione/stagflazione che allo scenario inflazione. Se così fosse, tutti i movimenti di mercato sarebbero giustificati. Adesso quindi diventerà fondamentale monitorare costantemente i cosiddetti hard data, dopo che i survey hanno già mostrato un netto pessimismo per il futuro. Se gli operatori inizieranno a vedere impatti negativi sugli hard data, la situazione di risk off potrebbe peggiorare.

Le Reazioni Internazionali: “Un Colpo all’Economia Mondiale”

Il mondo reagisce con forza.

Cina: “Forte opposizione”, minaccia contromisure e restrizioni agli investimenti USA.

Ursula von der Leyen (UE): “Prepariamo contromisure se i negoziati falliscono.”

Australia: “Decisione irrazionale che danneggia alleanze strategiche.”

Il Segretario al Tesoro Scott Bessent ha provato a rassicurare:

“Finché non ci saranno ritorsioni, questa è la soglia massima.”

Tradotto: Se non reagite, le tariffe non saliranno ulteriormente.

Settori Colpiti: Chi Soffre, Chi Resiste

Più colpiti:

  • Tecnologia ed elettronica (Apple, Nvidia, AMD)
  • Abbigliamento e calzature (Nike, Lululemon, Gap)
  • Beni industriali (Caterpillar, Boeing)

Più resilienti:

  • Oro: Esente e in forte ascesa
  • Energia USA: Petrolio e gas esclusi dalle tariffe, export favorito
  • Farmaceutica e semiconduttori: Per ora risparmiati

Le Implicazioni: Svolta Epocale nella Politica Commerciale USA

Questo pacchetto tariffario rappresenta una rottura netta con la tradizione post-bellica americana. Si passa da un modello di apertura globale a una strategia incentrata sulla reciprocità bilaterale forzata.

Impatti attesi:

  • Pressioni inflazionistiche per famiglie e imprese
  • Rischi per gli asset finanziari
  • Onshoring e rilocalizzazione manifatturiera (nel lungo termine)

Moody’s stima un picco della disoccupazione al 7,3% entro il 2027 e un possibile crollo del 25% dei mercati in caso di escalation.

Conclusione: La Guerra Commerciale è Tornata — e più Grande

Non si tratta di un semplice braccio di ferro. È una ristrutturazione dell’economia globale. E, rispetto al 2018–2019, questa volta il piano è più ampio, aggressivo e meno prevedibile.

“Non stiamo solo negoziando accordi. Stiamo riscrivendo le regole.”
— Consigliere della Casa Bianca

Con le tensioni diplomatiche in aumento e i mercati sotto pressione, imprese, investitori e governi devono prepararsi a una fase di forte instabilità.

Fonti: Bloomberg (Krishnamoorthy, Wingrove), Reuters (3 aprile 2025), USTR, materiale visuale ufficiale USA

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